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Armani, Benedusi: “Era come fotografare Dio, con lui finisce un mondo”

Armani Benedusi Era come fotografare Dio con lui finisce un mondo
Armani Benedusi Era come fotografare Dio con lui finisce un mondo

(Adnkronos) – Davanti al suo obiettivo sono passati tutti: attori, modelle, e anche gente comune. Ma Giorgio Armani, per Settimio Benedusi, ha incarnato quell'equilibrio perfetto tra eleganza e sobrietà milanese. Una caratteristica che solo lui aveva. "Era il 1994 – racconta all’AdnKronos il fotografo – Collaboravo con il German Vogue. Un giorno squilla il telefono: mi chiedono di fotografare Giorgio Armani. All’epoca era come se mi avessero detto di fotografare Dio in persona”. Con le sue Pentax 6×7 caricate con pellicola Tri-X, senza flash “oggi mi direbbero che sono pazzo, avevo l'incoscienza e l'arroganza del trentenne” – si presentò nella casa dello stilista. “Entrare in quel luogo era come entrare in un convento laico: tutto grigio, luci basse, silenzio. Un posto molto Armani” racconta Benedusi. Il servizio prevedeva un ritratto con il gatto di Re Giorgio ma non fu semplice: “Il gatto non voleva stare in braccio a lui e lui non voleva tenerlo. I peli bianchi sulla maglia nera erano un problema. Non c’era Photoshop. Non esisteva il 'poi sistemiamo in post'”. Nonostante le difficoltà, il servizio riuscì e fu pubblicato sulle pagine di Vogue. “Armani aveva un carisma enorme. Era gentile ma incuteva rispetto solo per quello che rappresentava. Qualsiasi cosa passasse dalle sue mani diventava Armani: una camicia bianca, una foto, un’immagine”. Benedusi ricorda anche un’altra occasione, quando fu a casa sua a Piacenza per un publi-redazionale: “Coordinò tutto di persona e poi se ne andò. Aveva sempre il controllo su ogni dettaglio”. Il fotografo sottolinea come lo stile di Armani fosse anche un riflesso di Milano: “Essere Armani – spiega – significava essere anche molto milanese, understatement e misura. Versace era il suo opposto: corpi, sensualità, eccesso. In Armani le modelle erano sempre mascoline, con i capelli corti, l’erotismo non esisteva”. Per Benedusi, la scomparsa dello stilista segna la chiusura di un capitolo: “Oggi – osserva – se ne va l’ultimo dei grandi. Con lui finisce un mondo che aveva un’identità precisa e riconoscibile”. (di Federica Mochi) —modawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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